Posizioni Organizzative nella Pubblica Amministrazione: obbligo di valutazione comparativa nella selezione dei candidati
Corte di Cassazione, sentenza n. 16247 del 2014.
Un lavoratore di un Comune proponeva ricorso per ottenere il risarcimento del danno per il mancato conferimento di incarico per posizione organizzativa.
Il lavoratore lamentava l'illegittimità del comportamento della Pubblica Amministrazione, per violazione delle norme del ccnl e regolamentari, nonché delle regole di correttezza e buona fede, trasparenza ed imparzialità nel procedimento seguito e negli atti adottati per la individuazione delle posizioni organizzative e per l'attribuzione dei relativi incarichi.
Il Tribunale rigettava il ricorso, ritenendo non sindacabile in sede giudiziaria la scelta della pubblica amministrazione di modificare la propria struttura organizzativa che aveva dato luogo all'esigenza di ricoprire il posto in contestazione.
La Corte di Appello riteneva la condotta dell'Amministrazione rispettosa delle regole di trasparenza e di correttezza nello svolgimento delle procedure di individuazione dei titolari delle posizioni organizzative. Secondo la Corte di Appello la scelta non doveva essere effettuata a mezzo di valutazione comparativa dei curricula degli aspiranti e non richiedeva una necessaria motivazione, trattandosi di scelta discrezionale soggetta a controllo giudiziario solo con riferimento ad una ingiusta discriminazione.
Il lavoratore proponeva, dunque, ricorso per la cassazione della sentenza.
La Corte di Cassazione, contraddicendo le posizioni espresse nei primi due gradi di giudizio, ha stabilito che la motivazione dell'atto di scelta del personale da assegnare alla posizione organizzativa non può prescindere da una valutazione comparativa degli aspiranti, ed al conseguente esame dei loro curricula ricavabili dai rispettivi fascicoli.
L'obbligo di motivazione, secondo la Corte di Cassazione, non può prescindere dalla scelta di un aspirante anziché di un altro, anche in mancanza di una formale procedura concorsuale.
La Suprema Corte ha, dunque, cassato la sentenza che rigettava il ricorso del lavoratore e ha stabilito il seguente principio di diritto: la motivazione degli atti di individuazione delle Posizioni Organizzative da parte degli Enti Locali, deve essere operata ed espressamente motivata anche con riferimento ad una valutazione comparativa degli aspiranti alle posizioni in contestazione.
28/07/2014