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La negazione alla proposta di promozione deve essere correttamente motivata.

Consiglio di Stato, sentenza 4927 del 2016.

Un dirigente di Commissariato di PS conduceva a buon fine, cioè senza spargimento di sangue, una rischiosa operazione di polizia.

Dopo l’operazione il Questore proponeva il funzionario per la promozione alla qualifica superiore (Vice Questore) per meriti straordinari. La proposta veniva respinta dal Capo della Polizia su conforme parere dell’apposita Commissione centrale per le ricompense del personale di polizia.

L’interessato proponeva, per due volte, ricorso al TAR che annullava i provvedimenti con cui la promozione veniva negata.

L'Amministrazione proponeva adiva il Consiglio di Stato.

Il DPR 335/1982 prevede la promozione per merito straordinario dei funzionari del ruolo dei commissari e dei dirigenti e dispone che tale promozione può essere conferita anche ai funzionari che nell’esercizio delle loro funzioni, al fine di tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, abbiano corso grave ed effettivo pericolo di vita ovvero, nel portare a compimento operazioni di servizio di eccezionale rilevanza, abbiano messo in luce eccezionali capacità professionali dimostrando di poter adempiere alle funzioni della qualifica superiore.

Secondo il Consiglio di Stato, l'Amministrazione ha compiuto una valutazione manifestamente illogica sotto il profilo fattuale. Il travisamento dei fatti ha riguardato la valutazione, immotivatamente riduttiva, del grave ed effettivo pericolo di vita cui si è esposto l'interessato nel corso della operazione.

Considerati i dettagli drammatici degli eventi, non si poteva contestare che il funzionario avesse volontariamente messo in grave ed effettivo pericolo la propria vita nell’interesse del servizio. La sussistenza del rischio di vita corso per ragioni di servizio non va commisurato alla portata dei reali pregiudizi cagionati alla propria incolumità personale, ma va ancorato alla valutazione prognostica ex ante della probabilità che si realizzi l’evento rischioso per la vita dell’agente.

Il Consiglio di Stato ha, quindi, rigettato l'appello dell'Amministrazione ordinando una ulteriore nuova valutazione.

 

2 gennaio 2017

 

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