L’azione disciplinare nei confronti del pubblico dipendente promossa per ritorsione è abuso d’ufficio.
Cassazione penale, sentenza 6665 del 2016.
Veniva promosso un procedimento penale nei confronti del direttore generale e del direttore dell'area tecnica dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica in relazione ai reati di abuso d'ufficio per avere elevato rilievi e sanzioni disciplinari, nonché disposto il licenziamento disciplinare, nei confronti di un ingegnere funzionario della predetta Agenzia territoriale, sulla base di presupposti inesistenti e dunque cagionando alla medesimo un danno ingiusto.
Con riguardo alle contestazioni di abuso d'ufficio, la Corte di Cassazione ha rilevato che la condotta non riguarda la violazione di norme a disciplina del rapporto di lavoro in seno all'ente pubblico, rapporto avente indubitabilmente natura privatistica, bensì l'esercizio da parte del pubblico ufficiale o dell'esercente il pubblico servizio del potere attribuito all'ufficio di appartenenza in una materia, quale quella disciplinare, che è e resta disciplinata dalla legge.
Il potere disciplinare nel pubblico impiego, pur rientrando nell'area della gestione del rapporti di lavoro sottoposto a contratto collettivo di matrice privatistica e si esprima mediante atti negoziali, e non con provvedimenti amministrativi, deve essere esercitato nei limiti disegnati dalla legge ed eventualmente integrati dalla contrattazione collettiva.
Secondo la Corte di Cassazione, è certamente suscettibile di integrare la violazione di legge rilevante ai fini del reato di abuso di ufficio, l'inosservanza alle disposizioni fissate in materia di procedimento disciplinare dalla legge, allorché il potere disciplinare sia esercitato non in funzione dell'interesse pubblico, ma da motivi pretestuosi e sorretti da un intento ritorsivo.
Anche dopo la privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti, non è mutata la natura pubblicistica della funzione svolta e dei poteri esercitati dai dirigenti amministrativi e, con essa, la qualifica di pubblico ufficiale. Ed è quest'ultimo o l'incaricato di pubblico servizio che commette il reato di abuso di ufficio quando, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o arreca ad altri un danno ingiusto.
14 marzo 2016