Indennità in favore dei lavoratori affetti da talassemia major (morbo di Cooley) e drepanocitosi (anemia falciforme).
Corte di Appello di Napoli, sentenza 6091 del 2016.
Una donna proponeva domanda all'INPS per ottenere l'indennità a favore dei lavoratori affetti da talassemia major e drepanocitosi.
L'interessata lamentava, appunto, di essere affetta da depranocitosi (anemia falciforme).
L'INPS rigettava la domanda. La donna si rivolgeva allo Studio Legale Carozza per ricorrere in giudizio contro il provvedimento di diniego.
Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, dopo aver conferito incarico ad un Consulente Tecnico di Ufficio, accoglieva la domanda.
L'INPS proponeva appello avverso la decisione del Tribunale. L'Istituto sosteneva l'errata valutazione dello stato invalidante da parte del CTU nominato nel giudizio di primo grado. L'interessata chiedeva, ancora una volta, assistenza allo Studio Legale Carozza.
La Legge 448/2001 prevede che i lavoratori affetti da talassemia major (morbo di Cooley) e drepanocitosi che hanno raggiunto un’anzianità contributiva pari o superiore a dieci anni, in concorrenza con almeno trentacinque anni di età anagrafica, hanno diritto a un’indennità annuale di importo pari a quello del trattamento minimo delle pensioni a carico del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.
La Corte di Appello riscontrava che il CTU nel corso del procedimento di primo grado aveva correttamente rilevato che l'interessata soffriva di depranocitosi (anemia falciforme) trattata con sporadiche emotrasfusioni, che da diversi anni era in terapia con idrossiurea e che aveva subito una necrosi della testa del femone destro secondaria all'emopatia.
La Corte di Appello evidenziava che la patologia riscontrata corrispondeva esattamente a quella richiesta dalla norma per godere della prestazione richiesta. Non si riteveva, dunque, di dover dare ingresso nel corso del giudizio di secondo grado ad ulteriori indagini peritali perché l'originaria valuazione medico-legale poeva ritenersi esente da specifiche e riscontrate censure.
E' stato, quindi, rigettato il ricorso di appello promosso dall'INPS ed è stato confermato il diritto dell'interessata alla prestazione economica in favore dei lavoratori affetti da talassemia major (morbo di Cooley) e drepanocitosi (anemia falciforme).
11 novembre 2016