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Il lavoratore non può determinare unilateralmente i giorni di ferie.

Corte di Cassazione  sentenza  n. 25159 del 2014

Poste Italiane licenziava una lavoratrice, contestandole assenze ritenute non giustificate perché relative ad un periodo di ferie che la  stessa  si  sarebbe  unilateralmente  attribuita.
La lavoratrice impugnava il licenziamento sostenendo che, a precisa richiesta, la società datrice di lavoro, pur avendo concesso solo in parte il periodo richiesto, non aveva espressamente rigettato la  domanda per il periodo residuo. La medesima riteneva che si fosse verificata una situazione di incertezza in relazione al conteggio delle ferie spettanti relative all’anno precedente.
La Corte di Appello rilevava che a  fronte  della  richiesta  della  lavoratrice  di fruire  dei  seguenti  periodi  di  ferie:  dal  31.12.05  al  7.1.06  e  dal  14.1.06  al  4.2.06,  la  risposta  della società era stata assolutamente chiara ed inequivocabile: “le vengono autorizzate le seguenti giornate di ferie: dal 31.12.05 al 7.1.06, giorni 6”.  La azienda  autorizzava  unicamente  il  periodo  di  ferie riportato,  con  la conseguenza  che  le  ulteriori  pretese  ferie  di  fatto  godute  dalla  lavoratrice,  erano  frutto  di  una illegittima autodeterminazione e collocamento unilaterale in ferie da parte della stessa, in contrasto con  l’articolo 2109 del codice vile.   
La Corte di Appello riteneva il comportamento della lavoratrice in contrasto anche con l'articolo 53 del ccnl di categoria che sanziona col licenziamento le assenze ingiustificate per  oltre  dieci  giorni.
La Corte di Cassazione, investita della controversia, ha ribadito che il lavoratore  non  può  scegliere arbitrariamente il periodo di godimento delle ferie, trattandosi di evento che va  coordinato  con le esigenze di un ordinato svolgimento dell’attività dell’impresa e la cui concessione costituisce una prerogativa riconducibile al potere organizzativo del datore di lavoro.  
La Corte di Cassazione ha definitivamente rigettato il ricorso della lavoratrice condannandola al pagamento delle spese di lite per oltre 4000 euro.  

15/12/2014
 

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