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I Fondi sanitari: l'assistenza sanitaria integrativa, complementare e sostitutiva.

Colloquio con l’avvocato Gianluca Limardi autore del volume pubblicato da Filodiritto Editore.

Ci può inquadrare, per brevi linee, i tratti salienti del sistema dei Fondi Sanitari nel nostro ordinamento? Cosa si intende per Fondi Sanitari?

Riuscire ad inquadrare brevemente il sistema dei Fondi non è semplice. Possiamo dire che con il termine Fondi sanitari si intendono tutte quelle realtà che operano, normalmente attraverso la forma giuridica di associazione o fondazione e senza finalità di lucro (in base al principio di non selezione del rischio), nel campo dell’assistenza socio-sanitaria: non soltanto integrativa, ma anche sostitutiva e complementare. Si passa dai più importanti e rappresentativi Fondi e Casse, di natura negoziale, che derivano cioè dalla contrattazione collettiva ed aziendale (c.d. Fondi non doc), alla società di mutuo soccorso, sino a quei Fondi (c.d. Fondi doc) che fanno riferimento esclusivamente all’art.9 D.Lgs. 502/1992. L’idea è quella di garantire una sanità “giusta” che, partendo dalla elevata qualità delle prestazioni erogata in Italia da molte strutture, pubbliche e private, e da numerosi professionisti, ne permetta una fruibilità effettiva all’utente: tanto in termini di tempi, quanto di costi ed accessibilità. Affiancare, quindi, ed integrare, anche in maniera sostitutiva o comunque complementare, la sanità pubblica, che deve tuttavia mantenere un rilievo primario nel sistema.

Perché un volume sul tema dei Fondi Sanitari?

Perché il tema, seppure di estrema attualità, è effettivamente poco conosciuto. Nella mia esperienza di consulente e legale di Fondi sanitari mi sono trovato spesso di fronte ad interlocutori che ignoravano non soltanto gli specifici aspetti tecnici, giuridici e gestionali, che governano la materia ma, anche e soprattutto, i principi generali e le caratteristiche fondanti di tali realtà.

Quale è la struttura della sua indagine? Cosa ha inteso consegnare ai lettori?

Proprio la consapevolezza della generale poca conoscenza della materia mi ha spinto a cercare di fornire ai lettori uno studio più completo e sistematico possibile, cercando di usare un linguaggio che fosse comprensibile ad una platea ampia, non soltanto, quindi, di addetti ai lavori. Rispetto alla struttura dell’indagine, sono partito dall’elemento imprescindibile, purtroppo spesso dimenticato, della tutela costituzionale della salute, per passare all’esame della normativa susseguitasi negli anni, sino ad arrivare a tracciare le linee principali che attualmente caratterizzano i Fondi sanitari ed esaminare alcune tra le principali realtà oggi operanti (dal Fasi, al Fasdac, sino alla Casagit). Ho, quindi, affrontato sia le problematiche processuali, sia quelle gestionali, legate alle operatività concreta di tali realtà.

Quanto possono essere utili i Fondi Sanitari per la tutela della salute dei lavoratori e delle loro famiglie?

Il rilievo e l’utilità dei Fondi nella tutela generale della salute, tanto dei lavoratori quanto delle loro famiglie, è innegabile. In effetti, i Fondi sanitari maggiormente rappresentativi nascono tutti dalla contrattazione collettiva, o comunque su iniziativa dei lavoratori stessi attraverso le proprie rappresentanze sindacali. Tali realtà rappresentano, senza dubbio, il c.d. secondo pilastro della sanità italiana e garantiscono, a fronte di contribuzioni valutate e concordate dagli stessi interessati attraverso le proprie rappresentanze, prestazioni sanitarie di molteplice genere: dall’intervento di alta chirurgia, all’accertamento diagnostico, alle cure odontoiatriche.

A che punto siamo nella diffusione diffusione dei Fondi Sanitari e quali evoluzioni prevede nei prossimi anni?

La diffusione è sempre maggiore. La consapevolezza della necessità di un vero sistema integrato di welfare è oggi concretamente presente, non soltanto nelle categorie dei dirigenti e dei quadri, ma anche in quelle degli impiegati e degli stessi operai. L’esperienza di metàSalute, il Fondo nato dall’accordo tra Federmeccanica e le associazioni sindacali di categoria (Assistal, Fim, Fiom, Uilm), è indicativa in tal senso. Prevedere un’evoluzione del sistema dei Fondi è tuttavia complesso, essendo essa legata, anzitutto, ad un eventuale intervento legislativo, da molti auspiscato, ed al tenore dello stesso. Le realtà oggi operanti, sostanzialmente legate all’autonomia delle parti, hanno dimostrato di funzionare in maniera egregia, assumendo le giuste iniziative e soddisfacendo le esigenze ed aspettative dei propri iscritti. Il tutto senza dimenticare la loro importanza ai fini della sostenibilità complessiva, non soltanto economica, del sistema salute. Un intervento invasivo da parte del legislatore, che non tenga conto delle caratteristiche dei Fondi o ne penalizzi economicamente l’operatività, potrebbe avere pesanti ripercussioni rispetto ad una esperienza senza dubbio positiva, che andrebbe, invece, incentivata attraverso una normativa di riferimento chiara e puntuale.

19 ottobre 2018

 

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