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Esposizione a rischio patogeno dopo il quindicennio: nuova denuncia di malattia professionale

INPS,  messaggio n. 2999 del 2014

Il DPR 1124/65 disciplina, da un lato, la fattispecie che si verifica quando un lavoratore, già titolare di rendita per infortunio sul lavoro o malattia professionale sia colpito da nuovo infortunio o contragga nuova malattia, e, dall’altro, il caso in cui l’invalidità dipendente dall’infortunio o dalla malattia per i quali sia stata costituita la rendita INAIL, si aggravi o migliori nel corso del tempo.
In caso di ulteriore infortunio o sopraggiunta malattia è previsto che si proceda alla costituzione di una unica rendita sulla base del grado complessivo di inabilità.
Se, invece, successivamente alla costituzione della rendita, l’inabilità originaria subisca aggravamenti o miglioramenti, è possibile chiedere l’aumento della rendita. Ciò, però, deve avvenire entro determinati limiti temporali. In caso di malattia professionale, la rendita non può più essere revisionata dopo quindici anni.
Oggetto di interventi della Corte Costituzione e della Corte di Cassazione, è stata la fattispecie in cui il lavoratore, avendo continuato a essere addetto ad attività morbigena anche dopo la costituzione della rendita, chiedeva il riconoscimento di un peggioramento dei postumi intervenuto dopo il decorso del quindicennio.
La Corte Costituzionale ha rilevato che la fattispecie non rientra nell’ambito di applicazione  della norma che disciplina l’ipotesi dell’aggravamento dell’inabilità conseguente alla naturale evoluzione della patologia che ha dato luogo alla costituzione della rendita. La Consulta ha precisato che, quando il maggior grado di inabilità dipende dalla protrazione dell’esposizione a rischio patogeno, si è in presenza di una malattia e si possa procedere a riconoscimento di una unica rendita sulla scorta del livello globale di inabilità.
Anche la Corte di Cassazione ha affermato che, in tutte le ipotesi in cui, pur essendo decorsi i termini previsti per la revisione, il peggioramento della patologia originariamente denunciata sia riconducibile alla prolungata soggezione allo stesso rischio morbigeno, si possa conferire un'unica rendita in considerazione della riduzione complessiva dell'attitudine al  lavoro
L'INAIL, alla luce degli interventi della Giurisprudenza, ha dunque emesso il recente atto di indirizzo.
L'Istituto considera le ipotesi in cui, in presenza delle stesse condizioni ambientali, dei tempi e delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, si verifica, oltre il decorso del termine di 15 anni previsto dalla legge, una variazione dello stato psicofisico che non concerne l’evoluzione della patologia, causata dal fattore morbigeno accertato e valutato, ma la concorrenza con il primo di altro fattore costituito dalla prosecuzione dell’esposizione lavorativa all'identico  rischio morbigeno.
L'INAIL avverte che, in queste ipotesi, la denuncia di un aggravamento verificatosi dopo la scadenza del quindicennio deve essere considerata come nuova malattia, sempre che ricorra anche la continuazione, oltre la data di decorrenza della rendita già costituita, dell’esposizione all’agente patogeno che ha dato causa all’originaria patologia professionale.
In ogni diversa ipotesi, sulla base del principio di consolidamento dei postumi alla scadenza dei termini revisionali, l’aggravamento non potrebbe, viceversa, essere preso in considerazione.

31/03/2014

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