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Cellulare, fax e telefono: per il pubblico dipendente l’utilizzo personale integra un reato.

Cassazione, sentenza 22800 del 2016.

Un agente della Polizia di Stato, addetto al posto fisso presso un ospedale, aveva utilizzato il fax dell’ufficio per trasmettere documentazione relativa a pratiche infortunistiche ad uno studio privato con il quale collaborava. La circostanza, confermata da testimoni, era stata ammessa dallo stesso agente.

L’agente utilizzava in modo programmaticamente momentaneo il fax dell’ufficio per scopi privati ma l’abuso del possesso del bene della pubblica amministrazione non si traduceva nella stabile inversione in dominio, in quanto, dopo l’uso arbitrario, il bene veniva stato restituito alla sua destinazione pubblicistica originaria.

Veniva, quindi, esclusa la configurabilità del peculato ed anche del peculato d’uso per mancanza di concreta offensività del fatto.

La condotta non è stata ritenuta, tuttavia penalmente irrilevante.

Nel delitto di peculato la condotta consiste nell’appropriazione di danaro o altra cosa mobile altrui, di cui il responsabile abbia il possesso o la disponibilità per ragioni del suo ufficio, onde la violazione dei doveri di ufficio costituisce esclusivamente la modalità della condotta, cioè dell’appropriazione.

Nell’abuso di ufficio, di carattere sussidiario, la condotta si identifica con l’abuso funzionale, cioè con l’esercizio delle potestà e con l’uso dei mezzi inerenti ad una funzione pubblica per finalità differenti da quelle per le quali l’esercizio del potere è concesso, e finalizzate, mediante attività di rilevanza giuridica o comportamenti materiali, a procurare un vantaggio patrimoniale per sé o per altri ovvero ad arrecare ad altri un ingiusto danno. Integra il delitto di abuso d’ufficio la condotta del pubblico dipendente di indebito uso del bene che non comporti la perdita dello stesso e la conseguente lesione patrimoniale a danno dell’avente diritto.

Nel caso affrontato, l’agente aveva reiteratamente utilizzato e per un discreto arco temporale il fax dell’ufficio per ricevere e trasmettere documenti ed atti, consegnatigli dai clienti proprio all’interno dell’ufficio, alla società con la quale collaborava per curare pratiche infortunistiche, destinando l’ufficio a succursale della stessa.

Il fatto contestato al poliziotto è stato, dunque, qualificato come abuso d’ufficio.

27 giugno 2016

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